Il “Mattone” è un simbolo concreto di costruzione e stabilità: può diventare simbolo di crescita e partecipazione
Nella nostra campagna di raccolta fondi possiamo pensare al “Mattone” per coinvolgere ciascuno nella responsabilità comune e condivisa, ognuno per la sua misura, nella costruzione materiale così come in quella spirituale,
dove ognuno di noi è visto come un “Mattone” essenziale per il restauro della chiesa di Sant’Ambrogio.
Dai il tuo contributo per il restauro della chiesa di Sant’Ambrogio:
- La più antica della città di Legnano
- Citata già nel 1398 dallo storico Goffredo da Bussero
- Dove fu trovato il corpo dell’arcivescovo Leone da Perego
- Sede a fine del ‘500 della confraternita detta dei Disciplini
Un mattone per
Sant'Ambrogio perchè:
01
Posso lasciare un segno con un progetto importante per la comunità e l’arte.
02
Posso contribuire con un’azione di responsabilità sociale d’impresa.
03
Posso fregiarmi del logo ufficiale del progetto e diventarne anch’io testimone.
04
Posso beneficiare di agevolazioni fiscali.
La storia
della Chiesa
di Sant'Ambrogio
La chiesa di Sant'Ambrogio risulta essere il tempio cittadino più antico di Legnano
Questa attestazione è avvalorata da quanto emerso durante i lavori di rifacimento della pavimentazione (1984 e il 1991) quando furono rinvenute diverse testimonianze ascrivibili ad una primitiva edificazione. Sono state ritrovate, infatti, alcune tombe medioevali e antiche strutture. Successive indagini su di esse, che hanno interessato anche la navata centrale e l'abside, hanno permesso di rinvenire una struttura absidale orientata ad est, edificata con ciottoli provenienti del greto del vicino Olona. Intorno ad essa sono state rinvenute quattro sepolture antiche. In uno strato inferiore, gli archeologi che sovrintendevano agli scavi ritrovarono un'ansa vitrea di vaso, relativa ad una lampada, databile tra il V e il VII sec. d.C.
Tali ritrovamenti possono essere messi in relazione, probabilmente, alla presenza di una prima chiesa cristiana.
Un ampliamento dello scavo archeologico verso sud (verso l'attuale via Banfi) consentì di individuare quello che doveva essere un portico coperto, date le abbondanti tracce di pali lignei che si pensa facessero parte di uno steccato laterale di chiusura. Sotto questo strato vennero trovate anche alcune sepolture, probabilmente di una fase più antica.
In un documento databile attorno agli anni 40 del '600, il Prevosto di San Magno, Agostino Pozzo, nella sua Storia delle chiese di Legnano, definisce la chiesa di Sant'Ambrogio come "antichissima" e aggiunge che "al tempo di San Carlo si riedificava questa chiesa di Sant'Ambrosio, fu trovato il corpo di questo Arcivescovo Leone sotto un volto nel muro, poco elevato da terra, tutto intiero in un grosso tronco di arbore escavato a modo di culla".
Per la precisione, occorre premettere che, oltre quanto sopra riferito, il Pozzo aggiunge che "l'Arcivescovo Leone morì in Legnano e fu sepolto nella chiesa di Sant'Ambrosio qui di Legnano con poca pompa". Sappiamo che la data della morte dell'Arcivescovo fu il 14 ottobre 1257, da ciò si può dedurre che la chiesa di Sant'Ambrogio già esisteva.
Il progetto di restauro
Il progetto per il restauro e ripristino conservativo delle superfici esterne della chiesa di Sant’Ambrogio a Legnano si pone, come principale obiettivo, il completo recupero e valorizzazione dell’edifico, in vista di una sua completa fruizione a beneficio dell’intera comunità.
L’opera di restauro deve partire innanzitutto dall’analisi delle cause di degrado attualmente in corso sull’edificio e, una volta compresa la loro origine, nel porre in essere tutte le misure necessarie per la loro eliminazione.
Solo dopo aver risanato le superfici, si potrà procedere con il ripristino delle parti ammalorate e delle finiture, prevedendo l’impiego di materiali con caratteristiche simili e compatibili a quelli originali, già presenti sull’edificio.
Le principali fasi di intervento, da un punto di vista più operativo, comprendono una prima fase di attenta pulitura di tutte le aree superficiali, il consolidamento e l’integrazione delle parti ammalorate o mancanti, la protezione delle superfici risanate e, dove necessario, l’applicazione di una nuova finitura. È previsto anche il controllo delle coperture e la verifica di tutte le lattonerie presenti, nonché il loro implemento laddove mancanti o non sufficienti a garantire un’adeguata protezione al dilavamento delle acque meteoriche.
Un secondo, e più complesso, aspetto progettuale prende in esame una proposta per il ripristino dell’edificio secondo quella che doveva essere la sua primitiva immagine e che potremmo definire un restauro di tipo “filologico” teso, cioè, a riportare l'opera alla sua forma originaria.